Firmiamo per aiutare le famiglie e incentivare la natalità
Sosteniamo le famiglie e la natalità
Sosteniamo le famiglie e la natalità
Decrescita, declino, crollo demografico: lo si può chiamare in molti modi diversi, alcuni meno allarmanti, altri più preoccupanti. La sostanza non cambia: quello che si sta registrando in Italia da decenni e decenni è un costante calo delle nascite che ogni anno si intensifica sempre di più.
Dobbiamo ammettere, non senza una buona dose di tristezza, che l’Italia, in base agli ultimi dati disponibili del 2021, vanta un record “sorprendente” per quanto riguarda le nascite: siamo sestultimi nel mondo per tasso di natalità (fonte Corriere della Sera).
Ma sappiamo anche che l’Italia è stata nel secondo dopoguerra, nei famosi anni del “baby boom” (che andava di pari passo, del resto, col “boom economico”), un paese in cui si sono registrati tassi di natalità particolarmente alti.
E allora: come siamo arrivati all’inverno demografico dei giorni nostri?
Sicuramente le cause sono molteplici, ma se facciamo un confronto con ciò che è successo e succede negli altri paesi europei ci rendiamo subito conto di un dato molto importante: negli stati in cui sono state implementate delle politiche volte a sostenere con sussidi economici le famiglie e a dare premi alla natalità, le nascite sono effettivamente aumentate.
In poche parole: chi ha fatto il tifo per le famiglie e per la natalità adesso si trova a raccogliere i frutti dei suoi sforzi. Il rapporto è, non a caso, direttamente proporzionale.
Esistono infatti esempi virtuosi nella stessa “vecchia” Europa, vedi l’Ungheria, ma anche e soprattutto la Francia, che da anni continua a vantare il record di fertilità (ovvero di nati per donna).
Proprio per questa ragione, riteniamo che sostenere la proposta di legge dell’onorevole Tommaso Foti (FDI) sia di fondamentale importanza in questo momento storico (pur restando consapevoli che queste misure non basteranno da sole a ribaltare la situazione).
Tra i punti più salienti della sua proposta (ne esistono infatti ben altri, altrettanto interessanti e strategici) evidenziamo:
- Reddito di infanzia: un sussidio mensile di 400 euro fino al sesto anno di età del bambino;
- Aggiornamento del sistema degli asili nido: a) adeguamento dei posti disponibili negli asili nido comunali, b) prolungamento degli orari di servizio, c) apertura anche nei mesi estivi, d) promozione di asili nido familiari sul modello tedesco "tagesmutter";
- Assegno di gioventù: una sorta di "bonus istruzione" di 250 euro mensili per figlio dai 7 ai 25 anni di età.
Non vogliamo una società in cui i giovani si trovano costretti a fare pochi bambini. “Meno figli” infatti vuol dire meno persone che potranno lavorare e quindi contribuire alla crescita economica del paese (e quindi pagare le tasse per i meno giovani).
Ma “meno figli” si traduce anche con meno speranza per il futuro: difatti, una nazione in cui i tassi di crescita della popolazione diminuiscono a dismisura quale idea di società rappresenta? E quale modello di sviluppo?
A rischio c’è il futuro di tutti noi: questo squilibrio demografico che attraversa l’Italia è un dato che ci dovrebbe far preoccupare e mettere in allerta tutti.