Petizione rivolta ai leader del G20
Fermiamo la manipolazione mondiale dell'emergenza: no all'aborto chimico a domicilio.
Fermiamo la manipolazione mondiale dell'emergenza: no all'aborto chimico a domicilio.
ABORTO CHIMICO A DOMICILIO
Attivisti pro-aborto e lobbisti si sono già coordinati per lanciare questa idea in Olanda, in Germania, in Inghilterra...ma anche in Italia è stata presentata una petizione in sostegno dell'aborto chimico a domicilio, dove risultano firmatari anche la Boldrini e Saviano. Senza dubbio, altri paesi li seguiranno presto. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato che il servizio dell'aborto deve rimanere un servizio essenziale in tempo di Coronavirus. Un'istruzione, questa, diretta principalmente a quei governi che, per gestire la crisi, stanno togliendo priorità a questi servizi.
Il monito lanciato dagli attivisti pro-aborto in difesa dell’aborto chimico a domicilio è il seguente:
Le donne stanno riscontrando molte difficoltà nel raggiungere gli ospedali e le cliniche per l’aborto in sicurezza, a causa della diffusione del Coronavirus in diverse nazioni (una menzogna per quanto riguarda l'Italia, in quanto, purtroppo, i servizi per l'aborto sono ancora attivi in tutti gli ospedali).
Pertanto, dovrebbero essere permesse delle misure speciali che consentano alle donne di farsi prescrivere le pillole abortive dal proprio medico, anche soltanto tramite una telefonata o una consultazione per mezzo di una video chiamata (la cosiddetta “telemedicina”).
Tutto ciò consentirebbe alle donne di gestire il proprio aborto chimico direttamente nelle proprie case, da sole (“aborto fai da te”).
LA FAVOLA DELL'ABORTO FACILE
Le conseguenze? Ottenere un aborto sarà più facile e meno costoso per lo Stato. Il numero dei bambini non nati che saranno uccisi crescerà e la responsabilità di gestirlo sarà totalmente affidato alla sola donna (senza nessuna assistenza e nella totale vulnerabilità). Per non parlare di tutti i soldi dei contribuenti che andranno a finire nelle tasche dell’industria dell’aborto.
Assisteremo alla privatizzazione dell’esperienza abortiva (un precedente unico e pericoloso), all'esposizione a maggiori rischi per la salute delle donne (le evidenze mostrano che l’aborto chimico presenta maggiori complicazioni per le donne rispetto a quello chirurgico), e anche alla creazione di un nuovo percorso alternativo capace di eludere, nel caso dell’Italia, le stesse norme di sicurezza sancite nella 194.
Tale proposta dei radicali ha una valenza politica e sociale sconcertante: consentire l'aborto chimico domiciliare significa renderlo un FATTO PRIVATO. Le ricadute sulla responsabilità delle donne sarebbero pesantissime: non ci sarebbe più modo per gli specialisti di incontrare queste donne e di sostenerle. Non ci potrà essere prevenzione. Una truffa sulla loro pelle se consideriamo il carico di dolore che l'aborto chimico porta con se (aborto che prevede tempi lunghi, emorragie dalla durata incerta, sconsigliato per i soggetti che non hanno un'alta soglia di sopportazione del dolore).
I milioni di bambini abortiti ogni anno non sembrano essere abbastanza per la lobby pro-aborto. Tanto meno i miliardi che “guadagnano” tramite il loro raccapricciante lavoro. Tutto giustificato sotto la falsa luce dei “diritti” e del falso interesse della salute delle donne, le stesse che vorrebbero abbandonare nelle proprie case ad abortire sole, sui pavimenti dei loro bagni, fra i dolori degli effetti collaterali e imprevedibili dell’aborto chimico.
Nei prossimi giorni, i leader dei 20 paesi più industrializzati si incontreranno per discutere delle misure che stanno prendendo in relazione alla crisi del Coronavirus: diciamo loro di non arrendersi alle lobby dell’aborto!
L'aborto chimico a domicilio potrebbe diventare una pratica comune in tutto il mondo. Se la rifiuteranno, questo terribile piano potrà essere annullato.
Nella maggior parte dei paesi è considerata illegale la prescrizione di pillole abortive ad un paziente da parte di un medico generico, ancor peggio se la prescrizione avviene con una semplice telefonata.
Ecco perchè le lobby pro-aborto vogliono dargli “temporaneamente” il permesso di farlo comunque… nella speranza che sarà permesso definitivamente dopo. Vogliono creare un precedente unico che anestetizzi la società e la prassi a tale idea. Una volta che sarà permesso come esperimento… perchè tornare indietro?
Non possiamo permettere che una tale proposta diventi legge, anche temporaneamente.
Abbiamo l’obbligo morale di combattere per un mondo dove le vite dei bambini ancora non nati siano al sicuro. Combatterai insieme a noi l’aborto chimico a domicilio?
Per favore, Firma e condividi ora la petizione indirizzata ai leader del G20, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro della Salute Nicola Speranza, affinché fermino questo orribile piano.